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Basta un poco di SEO…e l’articolo va su!

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14 aprile 2014 di Alessandra Toni

Google. Il nostro amico da consultare ogni giorno, a cui affidarci per richieste e idee, ma anche la nostra insidiosa spina nel fianco…anzi, nella mente di chi scrive sul web.

homer seo copywriting

Una presenza fissa tra autori e lettori, che ha modificato per sempre il modo di raccontare ciò che ci circonda.

Ha, per esempio, stravolto il giornalismo.

Il giornalista, da sempre, deve saper osservare e raccontare la realtà, favorire una presa di coscienza nei lettori, mediare tra un fatto e la sua diffusione.

Oggi, però, tutto è cambiato.

Chiunque può diventare creatore di contenuti, ma oltre alle doti di osservatore e mediatore della realtà, deve saper lottare.

Lottare per la visibilità.

E il motivo è più che ovvio: se siamo nel mezzo di una folla, con centinaia e centinaia di persone attorno a noi, sarà più difficile far sentire la nostra voce.

L’unica possibilità a disposizione sarà riuscire a “ottimizzare” la nostra presenza e “posizionarci” più in alto rispetto agli altri.

Prendere uno sgabello, salire su una scala. Guardare gli altri che continuano ad urlare, mentre il pubblico osserva solo noi.

Come salire su quello sgabello e rendersi visibili?

Come scrivere per il web?

È stato questo l’argomento affrontato da Marco Quadrella durante due webinars della prima Settimana della Formazione organizzata da GT Masterclub e che hanno affrontato le difficoltà nello scrivere contenuti sul web, superabili più facilmente grazie alla conoscenza della SEO.

Per chi fosse totalmente a digiuno di queste tre lettere affiancate una all’altra, cos’è sinteticamente la SEO?

È l’acronimo di Search Engine Optimization e consiste in quell’insieme di tecniche che permettono ad una pagina web di essere visibile nelle SERP (ovvero nei risultati ottenuti dal motore di ricerca dopo aver inserito una query).

seo copywriting

In poche parole, la SEO studia come far trovare ad un utente ciò che stava cercando sul motore di ricerca (e per averne una visione più completa, vi consiglio questo post di Andrea Pernici).

Perché parlare di SEO e notizie? Perché le news, oggi, vivono sul web.

La crisi dell’editoria e dei quotidiani cartacei è cosa nota e un recente studio della Reuters Institute ha confermato la forza sempre crescente dell’informazione online: secondo questa ricerca, l’86% degli italiani accede alle news ogni giorno e di questi ben l’80% lo fa su Internet, superando televisione (74%), stampa (59%) e radio (34%).

Ogni giornalista o blogger, quindi, non più più ignorare le regole in materia di visibilità di contenuti e la SEO viene così in soccorso, studiando le interazioni tra articoli, lettori e Google.

Non si tratta, però, di possedere grandi conoscenze tecniche o di avvalersi di qualche esperto SEO (indispensabile, però, se siete un brand): si tratta di applicare poche e semplici regole, ma soprattutto di usare quell’arma che teoricamente un buon osservatore della realtà dovrebbe sempre possedere.

Il buon senso.

Non lasciamo che l’ansia da visibilità snaturi la nostra scrittura: essere spontanei e creare contenuti di qualità sono i primi comandamenti da seguire nel web.

Come ha evidenziato anche Beatrice Niciarelli durante il Gt Study Day di Bologna, “prima viene il lettore, poi il motore“.

• Scrivere…ma su cosa?

Partiamo da questa domanda.

Ognuno ha il proprio metodo per rintracciare le news più importanti e fresche del proprio settore, ma ecco sintetizzati da Quadrella gli strumenti fondamentali, ognuno con un preciso scopo:

1) Feed reader … per scoprire novità dalle nostre fonti di fiducia.

Leggendo articoli scritti da autori che riteniamo autorevoli, possiamo trarre grande ispirazione e per questo creare una raccolta personalizzata di siti e blog è un passo fondamentale per chiunque voglia scrivere: il miglior aggregatore di notizie è sicuramente Feedly  che vi invito a scoprire qualora non lo stiate ancora utilizzando.

Non lo abbandonerete più.

feedly logo

2) BuzzsumoTopsy … per scovare news dai social network.

I social sono veicolo di notizie, dibattiti, confronti su tematiche e personaggi e quindi come non sfruttare le loro potenzialità?

Buzzsumo è uno strumento utilissimo che ci permette di trovare velocemente gli articoli più condivisi sui social network riguardo ad un certo argomento.

Qui, per esempio ho cercato gli articoli di maggior successo sul “seo copywriting” ed ecco cosa compare:

buzzsumo

Sulla sinistra posso filtrare i risultati sia per tipo di contenuto (articolo, infografica, video, ecc…), sia per data di pubblicazione; posso inoltre scegliere se visualizzare i Top Content o gli Influencers di quello specifico settore.

Sulla destra, invece, abbiamo una panoramica di tutte le condivisioni ricevute da un contenuto su ogni social, in modo da scovare le news ritenute più interessanti dal pubblico.

Buzzsumo è anche un grande strumento per monitorare il successo dei nostri articoli: inserendo il dominio del sito nella barra di ricerca, posso visualizzare i post di maggior successo sui social e conoscere gli influencers che li hanno condivisi.

Topsy è un altro grande strumento, specifico per Twitter, che permette di scoprire discussioni, articoli, news ed influencer sul social cinguettante, partendo da un topic o da un account.

topsy

Le funzionalità sono moltissime e vanno dalla ricerca di idee per creare nuovi contenuti al monitoraggio dei tweet e degli articoli pubblicati sul nostro sito e condivisi da altri utenti: per mostrarvi tutte le sue funzioni, però, lascio lo spazio alla bravissima Valentina Lepore che ce le spiega con grande chiarezza in questo suo post.

3) Mention e Google Alertper monitorare un topic o la nostra reputazione.

Google Alert lo conosciamo bene: creando un avviso, con la frequenza da noi impostata, riceveremo sulla nostra casella Gmail un’anteprima di articoli relativa ad una query di ricerca.

Esiste una piattaforma, però, che va oltre i Google Alerts, proprio come promesso dalla sua home page: si tratta di Mention.

mention social network

Impostando un alert, Mention è capace di monitorare in tempo reale milioni di fonti (social, blog, forum, ecc…) per trovare velocemente articoli su un argomento; permette, inoltre, di monitorare la nostra reputazione ed essere avvisati ogni volta che veniamo menzionati da qualcuno in modo da rispondergli con la stessa velocità, direttamente dalla piattaforma (molto utile non solo per i brand, ma anche per chi scrive sul web e vuole conoscere le opinioni dei lettori).

mention

Una volta iscritti su Mention riceverete sulla vostra casella di posta alcune mail con dei consigli per trarre il massimo da ogni sua funzione.

4) Google Trends e Google News per ascoltare le tendenze.

Saper intercettare cosa cercano, vogliono gli utenti del web è importantissimo per proporre articoli che sappiano rispondere ai loro interessi.

Da una parte Google News serve a monitorare la copertura in tempo reale di una certo argomento ed avere continui aggiornamenti (oltre a trovare quei buchi di notizia da riempire); dall’altra Google Trends permette di conoscere quello che le persone stanno maggiormente cercando sul web, con la possibilità di filtrare i risultati per categoria, area geografica e arco temporale.

Aggiungo un altro strumento molto utile a quelli presentati da Quadrella: le Twitter lists.

twitter lists

Se avete una passione specifica, che siano i libri, la musica o il web, potete riunire in unico stream gli account più interessanti che trattano di quell’argomento: una soluzione utilissima per non perdere gli aggiornamenti dai nostri blog preferiti, dalle fonti ufficiali e per favorire la conversazione tra utenti.

Io, ad esempio, sto costruendo una lista con i migliori blog e siti che trattano di comunicazione/social e vi posso assicurare che mi sta dando grandissime soddisfazioni.

• Basta un poco di SEO…

Ok, abbiamo deciso di cosa parlare, abbiamo raccolto materiale e siamo pronti per scrivere.

Tenendo sempre a mente la regola fondamentale sottolineata poco fa (prima il lettore poi il motore), esistono delle semplici regole SEO che, se applicate, possono rendere più visibile l’articolo: come recita, infatti, il titolo di questo post “basta un poco di SEO e l’articolo va su!”.

basta un poco di seo e l'articolo va su

Sì, “un poco di SEO“, perché oltre al cercare di addolcire l’argomento per buttare giù la pillola del SEO (e tirare su un articolo), ho deciso di soffermarmi solo su alcuni degli elementi importanti nella scrittura per il web e sui quali si è concentrato lo stesso Quadrella.

Partiamo dal titolo.

♦ Titoli: torte, porte e chiavi.

Guardate le due torte al cioccolato:

 

Quale vi attira di più?

Probabilmente la stragrande maggioranza di voi avrà detto “la prima”.

Ciò non significa che l’altra sia meno buona: magari, assaggiandole entrambe, scopriremmo che è migliore la seconda.

Così accade con due titoli, uno vicino all’altro: saremo più tentati a cliccare su quello più accattivante e non su quello anonimo e confuso.

Quando cerchiamo una notizia, infatti, il titolo è la prima cosa che vediamo e che deve invogliarci ad entrare. Ad “addentare” l’articolo.

Quindi…cosa dobbiamo fare per essere scelti dai lettori?

Nel riflettere su questo, mi è venuta in mente una fiaba: quella di Pollicino.

Ecco, ogni nostra azione SEO può essere vista come uno di quei sassolini che Pollicino aveva lasciato dietro di sè andando verso il bosco.

Quel bosco è per noi il web, ricco di alberi e percorsi diversi e solo quei sassolini ci permetteranno di trovare la casa dei nostri lettori…perché noi dobbiamo essere capaci di farci trovare da loro ed essere letti, ma l’unico modo per farlo è arrivare davanti alla loro porta.

Come?

E’ tutta questione di parole. Di parole chiave.

Sì, proprio quella chiave che useremo per entrare nelle case (e nei ricordi) dei lettori.

chiave seo

In fondo, come ha detto lo stesso Quadrella, abbiamo davanti a noi tre possibilità quando scriviamo un titolo: “possiamo scegliere le parole chiave prima di scrivere, scrivere e poi pensare alle parole chiave…oppure scrivere un titolo che nessuno leggerà”.

Verissimo, ma…quali parole dobbiamo scegliere?

Ogni porta ha la sua chiave e noi dobbiamo scegliere quella giusta: la parola che una persona digiterebbe, se cercasse le informazioni contenute nel nostro articolo.

E’  molto importante sapersi mettere nei suoi panni, entrare nella sua testa…e farsi aiutare anche da qualche utile strumento, come i seguenti: Google Trends, Übersuggest, Google AdWords – Keyword Planner e il sempre fedele Suggest (da utilizzare solo dopo essersi sloggati da Google)

copywriting  suggest

A questo punto, dopo aver deciso la chiave per aprire la porta del lettore, dobbiamo iniziare ad usarla. E bene.

Come? Ricordandoci l’inviolabile regola del “prima il lettore, poi il motore”.

Nell’usare le nostre keywords, non dobbiamo abusarne mai, in nessuna parte del nostro articolo.

E’ importante trovare il giusto equilibrio e non perdere spontaneità, a partire proprio da un titolo non freddo, ma coinvolgente, persuasivo ed originale.

Deve saper parlare al cuore del lettore, fargli capire che stiamo per dirgli qualcosa che non sa e vorrebbe sapere (e magari, poi, condividere con gli altri).

Un titolo inoltre deve avere una certa lunghezza, tra i 40 e i 70 caratteri (troppo corta o lunga non girerebbe nella toppa, no?) e non limitarsi, se possibile, ad usare solo lettere, ma anche numeriparentesivirgolette e altri segni non convenzionali capaci di attirare l’attenzione e dare sintesi.

Quadrella dà anche altre dritte su come impostare un titolo accattivante: essere spiazzanti diretti (ma ricordandosi che ogni promessa è debito e che l’articolo deve mantenere quella contenuta nel titolo) e servirsi delle cosiddette trigger words, ovvero parole capaci di attirare l’attenzione come “incredibile”, “divertente” o “segreto”.

Questo farà aumentare il CTR (Click-Through Rate), ovvero la percentuale di clic che riuscirà ad attirare il nostro titolo: si tratta di un indicatore importante, perché si riferisce a quanto il mio articolo sia stato preferito rispetto ad altri su Google, sui social o sul nostro stesso sito.

Purtroppo per molte testate giornalistiche (anche autorevoli) conta solo il CTR e assistiamo così a veri abusi delle trigger word esclusivamente per ricevere più clic…ma quante volte, poi, cliccandoci siamo finiti su un sito non all’altezza di quanto promesso?

surprisebox

E’ esattamente quello che può accadere con due torte, una uscita da un corso di cake design e l’altra fatta in casa da qualcuno alle prime armi: troppa glassa, a volte, non è segno di maggiore bontà.

♦ Non solo titolo: altri sassolini di keywords.

Oltre al titolo (tag h1, in gergo SEO), per ottimizzare l’articolo è importante inserire le keywords anche in altre sue parti: nel tag title (il link alla pagina che compare nella barra in alto del browser e nelle SERP), nel tag description (la descrizione della pagina che compare nelle SERP e rappresenta un’anteprima dei contenuti) e nel testo, distribuendole bene soprattutto all’inizio e alla fine, senza mai eccedere e cadere nel keyword stuffing (punito dall’occhio vigile di Google).

♦ Link, per collegare articoli e persone.

Dopo titolo e keywords, parliamo dei link interni ed esterni, altro importantissimo fattore di posizionamento su Google.

Perché dobbiamo farci attenzione?

I link esterni sono i collegamenti che in un articolo facciamo ad altre pagine web (come ho fatto io stessa in questo post) e hanno due importanti funzioni: attribuiscono il giusto merito all’autore originario di un contenuto citato e favoriscono la creazione di nuove relazioni.

E’ inoltre stato dimostrato che le pagine con link in uscita hanno un posizionamento migliore rispetto alle altre.

Ma attenzione, perché quando scriviamo un articolo, siamo responsabili non solo di quello che diciamo, ma anche di quello che linkiamo e quindi dobbiamo essere certi di collegarci solo a fonti autorevoli: i lettori si fidano di noi, non mettiamo nelle loro mani chiavi che aprono stanze sconosciute.

I link interni collegano, invece, articoli precedenti o sezioni che fanno parte di uno stesso sito.

Perché sono così importanti?

Da una parte permettono una navigazione più completa nel sito e un approfondimento maggiore di una notizia integrando la lettura di un articolo con altri scritti da noi, dall’altra possono aiutare qualche vecchio contenuto a posizionarsi meglio rispetto a prima.

• La carica dei 200.

Nonostante tutta l’attenzione per titolo, keywords, links, description, ecc ecc…stare dietro a Google è veramente complicato: come affermato da Quadrella, ogni giorno l’algoritmo di base cambia circa 3 volte e 12 sono gli esperimenti effettuati in media su ogni browser.

Sono inoltre stati contati tutti i fattori considerati da Google per il posizionamento dei siti web e la cifra finale supera i 200.

Numeri da capogiro, ma ecco che lo stesso Quadrella viene in soccorso e ci evidenzia i due principali:

Pertinenza: è fondamentale che il nostro articolo risponda ai bisogni che l’utente ha espresso nella ricerca su Google.

⇒ Autorevolezza: l’autore di un articolo deve essere percepito da Google come autorevole nel trattare quegli argomenti.

Per un buon posizionamento nelle SERP, infatti, è sempre più importante il fattore authorship sul quale incidono i link (di qualità) in entrata nel nostro sito.

Non solo. Per acquistare autorevolezza, la nostra attività social è diventato un elemento fondamentale: una volta scritto un articolo, condividiamolo in modo originale, creiamo ogni giorno legami con altri autori, ascoltiamo e avviamo discussioni.

Facciamoci conoscere.

logo social network

Più conversazione ci sarà attorno ad un nostro articolo, più facilmente scaleremo i risultati di ricerca: le condivisioni e i Mi Piace su Facebook, le menzioni su Twitter, i retweet e le stelline sono tutti sassolini che ci porteranno verso nuove case, nuove porte.

Ma c’è un sassolino più importante degli altri e il suo nome è Google Plus.

Il social di Google, infatti, sta letteralmente rivoluzionando le dinamiche delle SERP attraverso l’Autorship e la creazione dell’Author Rank.

Per chi non li conoscesse, cosa sono questi paroloni?

Per Google Authorship si intende la paternità riconosciuta ad un determinato articolo, grazie al collegamento tra questo e il profilo Google Plus dell’autore.

Questo collegamento permetterà di animare le SERP mostrando i cosiddetti rich snippet, ovvero risultati di ricerca contenenti la foto dell’autore.

rich snippet alessandra toni

L’impatto sul CTR è innegabile: vedere un sorriso, uno sguardo, innesca in ognuno di noi un immediato senso di vicinanza che ci spinge a cliccare più facilmente su quel link rispetto ad altri vicini e senza foto.

Per dare vita ad una relazione, infatti, la fiducia è fondamentale e metterci la faccia, in questo caso letteralmente, ci aiuta a fare il primo passo verso il nostro lettore. Tendendogli semplicemente la mano.

Per ottenere la propria foto e implementare l’authorship di Google, seguite i passaggi descritti in questo post di Jacopo Matteuzzi, ma ovviamente il primo step da rispettare è aprire un profilo su Google Plus.

Oltre all’Authorship, però, avevo usato un altro parolone: Author Rank.

Si tratta del grado di autorevolezza raggiunto dall’autore e che dipende da molti fattori, ma ovviamente, per poter iniziare ad essere valutati da Google, è fondamentale associare il proprio sito a Plus e quindi implementare la Google Authorship.

Da questo momento conteranno molto le nostre attività su Plus, le nostre interazioni, gli interventi nelle communities e le menzioni da parte degli altri utenti.

In poche parole, più saremo apprezzati dagli altri nel web, più Google ci considererà autorevoli e più saranno visibili i nostri contenuti.

• Per avere altri cucchiaini di SEO…

Questo articolo ha solo presentato alcuni principi di SEO, ma per approfondirla vi consiglio di annotare un paio di nomi: Comunicare sul Web di Alessandro Scuratti e ovviamente il sito di Giorgio Taverniti (vero guru del settore) dove potrete anche iscrivervi al forum Gt per chiarire ogni vostro dubbio.

Sempre di Giorgio Taverniti, vi consiglio di acquistare il libro “Seo Power”, edito da Hoepli.

Queste ed altre risorse (che troverete alla fine di questo mio post) si riveleranno preziose e vi aiuteranno a scrivere sul web, ma non dimentichiamoci mai che se la SEO è il cervello, le parole che useremo per raggiungere i nostri lettori sono il cuore.

Senza uno o l’altro, non lasceremo sassolini dietro di noi, ma briciole di pane che qualcun altro divorerà.

29 thoughts on “Basta un poco di SEO…e l’articolo va su!

  1. Alessandro Scuratti ha detto:

    Un post spettacolare, Ale! Bravissima, che lavoro! Adesso corro a condividerlo… ovunque!

    E grazie della citazione a “Comunicare sul Web”, sei stata gentile, un caro abbraccio!

    Piace a 1 persona

    • Alessandra Toni ha detto:

      Wow, grazie mille Alessandro! Felicissima che ti sia piaciuto…la citazione era doverosa, visto che per chi è alle prime armi (e non solo) con la SEO, il tuo sito è uno dei punti di riferimento…grazie ancora e adesso…corro a risponderti ovunque! 😉

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  2. Angelo Buoscio ha detto:

    Complimenti ottimo articolo

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  3. Roberto Gerosa ha detto:

    Bravissima Alessandra, post di qualità e piena di consigli pratici, non solo teorici! Da condividere 😉

    Piace a 1 persona

    • Alessandra Toni ha detto:

      Ciao Roberto…grazie mille! 🙂
      Come ho scritto qui sotto nel rispondere a Francesco, ci tenevo davvero a fare un post che fosse chiaro per tutti, che prendesse per mano chi sta muovendo i primi passi verso la SEO…perché all’inizio la SEO spaventa, spaventa tanto…
      Io, quando ho iniziato ad avvicinarmici, sono stata fortunata, ho trovato tante mani pronte ad aiutarmi e per questo sono felice di leggere le tue parole (anche perché devo ammettere che avevo una gran paura di aver scritto un post esageratamente lungo!)

      Grazie ancora Roberto e a presto! 🙂

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  4. Francesco Magnani ha detto:

    Brava Alessandra, hai realizzato un’ottima guida. Ogni blogger dovrebbe consultarla.

    Hai fornito numerosi contenuti di qualità, esposti in modo chiaro e supportati da immagini valide che rafforzano il concetto.

    Piace a 1 persona

    • Alessandra Toni ha detto:

      Ciao Francesco…innanzitutto grazie mille! 🙂
      Avendo cominciato a studiare la SEO non molto tempo fa, mi ricordo bene come ci si sente agli inizi, quando si cerca di fare i primi passi in questo intricato (ma affascinante) “SEO World”…ci si sente spaesati, circondati da paroloni e tecniche da applicare, ma per fortuna io avevo trovato molti blog capaci di spiegarmelo, passo dopo passo.
      Ci tenevo, quindi, a scrivere un post che fosse semplice, chiaro per tutti e sono felicissima nel leggere il tuo commento!

      Grazie ancora e a presto, Francesco!

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  5. marketingxcrescere ha detto:

    Un bel post. Chiaro e interessante, con link davvero utili. Grazie Alessandra!

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  6. Mr Tozzo ha detto:

    E’ la prima volta che leggo il tuo blog….. articolo spettacolare!!! Hai un nuovo follower !!

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  7. Dade Cavalleri ha detto:

    Articolo molto molto interessante, brava Alessandra 🙂

    Piace a 1 persona

  8. Lapenna Daniele ha detto:

    E’ un articolo interessante.
    Io ho creato il mio blog nel 2008 ed allora era molto poco ( terminologia assurda ma che rende bene l’ idea ) visibile. Un giorno trattai l’ argomento “Bollo Auto: se cade in prescrizione non va pagato”. Ebbene… iniziai a ricevere visite, commenti, domande, richieste, complimenti
    ( alle persone alle quali rispondevo ). Così capii che argomenti trattare.

    Ho iniziato a creare contenuti utili sulle tasse, Equitalia, su come affrontarle, quando non si debbono pagare, e la visibilità è arrivata da sola. Da non crederci.

    Premettendo che non ci guadagno un fico secco in denaro, sottolineo che ci guadagno in soddisfazione perché creo un articolo utile a chi legge, a chi cerca info sul web senza conoscere un argomento.

    Per dare il mio contributo ed esperienza personale, direi che la visibilità si accresce con
    – semplicità degli articoli:
    dove il linguaggio non è “terra terra” ma comprensibile anche a chi non è tanto acculturato
    – argomenti trattati di pubblica utilità:
    – non inseguire la visibilità, perché spesse volte, non arriva ciò che insegui ma ciò che non insegui.

    Un salutone!

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    • Alessandra Toni ha detto:

      Ciao Daniele,
      innanzitutto ti ringrazio per aver letto il post!
      Sono assolutamente d’accordo con te: il tuo è un esempio di come, ascoltando i bisogni e le richieste del pubblico, si riesca a centrare il proprio obiettivo e a provare quella meravigliosa sensazione di essere utili a qualcuno con i nostri contenuti.
      Sono d’accordo anche con i consigli che hai dato, soprattutto con l’ultimo punto: non essere ossessionati da SEO e visibilità è la migliore ricetta per vivere pienamente la propria vita da blogger .

      Un grande saluto a te e grazie ancora! 🙂

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      • Lapenna Daniele ha detto:

        Eh certo, l’ ho sperimentato sulla mia pellaccia dura! 😀

        Bisogna solo pubblicare cose utili, linkare qua e là, lasciare che gli altri condividano,
        e proseguire per la propria strada.
        Al massimo buchi na ruota e proseguirai a piedi, ma se è nella natura, è sempre bello!

        Ciao a te Alessandra!

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  9. […] tool l’ho scoperto grazie al blog, molto interessante di Alessandra Toni che vi consiglio di […]

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  10. […] sua fiducia in noi (senza perdere di vista quella fondamentale dei lettori), vi rimando al mio post precedente dove vi prenderò per mano ed entreremo insieme nel mondo della […]

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  11. antoniaf80 ha detto:

    Post molto interessante e con tanti spunti, grazie! Lo condivido sui miei social.

    Piace a 1 persona

    • Alessandra Toni ha detto:

      Grazie a te Antonia, per questo commento e per i bei complimenti su Twitter: leggere che ho trattato questo argomento con chiarezza e dando utili suggerimenti mi rende davvero felice e ti ringrazio moltissimo…a presto! 🙂

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  13. […] conoscere bene noi stessi, le strade del web, avere chiaro in mente cosa vogliamo dare con il nostro blog…una volta saliti sopra, […]

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  14. Luke Scintu ha detto:

    Ciao complimenti per l’articolo ne farò tesoro, un unica domanda cos’è il trigger word?

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    • Alessandra Toni ha detto:

      Ciao Luke
      grazie mille per i complimenti, sono felice che questo post possa esserti utile! 😉

      Rispondo subito alla tua domanda: le trigger words (“parole grilletto”) sono quelle parole utilizzate nei titoli per catturare immediatamente l’attenzione e spingere i lettori a cliccarci sopra, ad esempio “clamoroso”, “incredibile”, “segretissimo” ecc…
      Sono per lo più usate da testate online e siti di informazione, ma come ho scritto anche nell’articolo, più che usarle, spesso ne abusano esclusivamente per ricevere più click…e magari, una volta entrati nel sito, ti accorgi che ti hanno solo “fregato”! 😉

      Spero di aver chiarito i tuoi dubbi, altrimenti non esitare a chiedere! 😉

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